Domenica 5 giugno, abbiamo celebrato e festeggiato i 50 anni di sacerdozio di don Emilio Maltagliati, che è stato coadiutore dell’oratorio dal 1978 al 1988. Il momento centrale è stata la celebrazione dell’eucarestia alle 11:15, durante la quale, ancora una volta, egli ha potuto rivolgere la sua parola saggia e amabile alla comunità, commentando la pagina di Genesi che racconta il peccato di Adamo ed Eva, facendo risuonare in chi lo conosceva temi a lui cari, ascoltati in anni lontani.
Dopo la comunione, gli è stata consegnata un’icona, abitualmente chiamata «dell’amicizia», perché raffigurante Gesù che accompagna il discepolo ponendogli la mano sulla spalla. Oltre ad indicare il legame di tutti con il maestro, il quadro vuole alludere anche all’amicizia che ancora oggi unisce don Emilio alla comunità di Sant’Elena e viceversa.
Al termine della messa, nel giardino della casa parrocchiale, è stato preparato un sobrio aperitivo, un’occasione per i giovani di un tempo di raccogliersi a rievocare il tempo passato insieme.
In serata, si è svolta la cena della festa dell’oratorio, occasione per la raccolta di fondi per allestire la cucina e ancora una volta momento per uno scambio con don Emilio. Durante la serata, trascorsa in modo sereno e piacevole, animata dal servizio a tavola dei ragazzi delle medie e dei loro educatori e dall’accompagnamento musicale “live” dei giovani, si è avuto modo di ringraziare pubblicamente don Emilio per la profonda impronta lasciata a Sant’Elena, di cui chi l’ha conosciuto trae beneficio ancora oggi. La sua azione pastorale, a detta dei “giovani di allora”, era imperniata su tre cardini che traggono senso e sostegno uno dall’altro: una intensa preghiera personale alimentata dall’approfondimento della parola di Dio; la proposta di catechesi settimanale, in cui presentava in modo facilmente comprensibile il frutto delle sue riflessioni ed esperienze di vita, credibili perché vissute in prima persona; una presenza sul territorio che l’ha portato a incontrare moltissime persone e ad essere da loro conosciuto e apprezzato; in particolare aveva attenzione per chi era in condizioni di bisogno: molto spesso, con discrezione e fermezza, portava a conoscenza del Gruppo Giovani le situazioni di disagio perché insieme tutti se ne facessero carico.
In risposta a questo ringraziamento, don Emilio ha tenuto a sottolineare che queste coordinate pastorali erano anche il frutto di una fedeltà all’impostazione che il card. Martini stava dando in quegli anni alla diocesi. Inoltre ha tenuto a ricordare lo slogan che ripeteva spesso ai giovani: “dobbiamo essere il gruppo del non gruppo”. Così voleva educarli a tenere in tensione il desiderio di stare insieme e nello stesso tempo di essere aperti verso gli altri, disponibili ad accogliere quanti volevano compiere lo stesso cammino di fede e di formazione, desiderosi di incontrare e frequentare i propri coetanei nei loro luoghi di vita abituali.
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