L’anno prossimo ci servirà una sala più capiente…
Numerosi invitati di diverse nazionalità si sono stretti nel salone del nostro oratorio per festeggiare insieme il Natale ormai prossimo.
Ogni anno, da quindici ormai, l’Agape dell’amicizia riunisce a sant’Elena le famiglie seguite dalla Caritas parrocchiale, i ragazzi che periodicamente vendono il giornale “Scarp de Tennis” alle porte della chiesa e chiunque altro voglia festeggiare portando un suo bel piatto, abbondante e saporito, da condividere con gli altri presenti, anche con coloro che non hanno invece nulla da condividere, salvo un bel viso sorridente.
Di sorrisi se ne sono visti tanti: il cibo, la festa, sentirsi voluti e amati, sono tutte cose che inducono al sorriso.
Il già consistente menù italiano è stato ulteriormente arricchito da un tipico piatto eritreo, composto e servito direttamente dalle mani della volonterosa cuoca e il buffet prevedeva anche pietanze vegetariane o senza carne di maiale, che hanno messo a loro agio tutti i commensali.
Tra i volontari che hanno dato una mano alla realizzazione del pranzo, le diverse teste e idee si sono ben presto amalgamate e i movimenti di vassoi e persone raramente hanno incontrato intralci. La regia dell’evento (usiamo questo termine di moda) è stata ovviamente di don Carlo e dei referenti della Caritas di sant’Elena, ma anche un certo numero di collaboratori occasionali ha fatto la sua piccola parte.
Non è scontato che tanta gente dalle abitudini diverse stia bene insieme, anche se per il breve tempo di un pranzo; né che si cucini e si lavori volentieri per altri che non siano i nostri abituali amici o che si abbia voglia di festeggiare con semi-sconosciuti che nemmeno partecipano ad imbandire la tavola, con l’intenzione di far sentire proprio loro al centro della festa. Eppure è quello che è successo oggi.
Questa è una delle grandi cose che possiamo fare nel nostro piccolo. Mantenere questo entusiasmo e coltivare questi sentimenti è la sfida per il prossimo anno.